Chi è Ghita
Casadei?
A dire il vero fino a poco tempo fa nemmeno il sottoscritto sapeva chi
fosse, ma grazie all'enorme potere di Youtube e della rete in genere
sono venuto in contatto con questa giovane artista molto interessante e
particolare.
Stavo infatti "girellando" per il web quando mi sono imbattuto in questa
artista romana.
Mia coetanea, è nata infatti nel 1984, coltiva sin dai primi anni della
sua nascita la passione per la musica.
Ha all'attivo un album uscito nel 2013 dal titolo "Per quello che sono"
una sorta di ritratto autobiografico attraverso le parole (sue ndr) e la
musica sua anch'essa.
Ho voluto così incontrare, almeno sul web l'artista romana e farle
qualche domanda.
Nelle tue canzoni si sente molto un'impronta personale, una vena cantautoriale che spazia dalla nostra scuola italiana a ritmi molto più internazionali. Se dovessi fare due nomi che ti hanno influenzato quali faresti?
Difficile fare solo due nomi, non credo di riuscirci: la musica è nella mia vita da sempre è da sempre ascolto generi anche molto distanti tra loro. Da più piccina ho ceduto subito al fascino del rock blues, reduce da una formazione più classica mi innamorai di quelle che per me erano nuove sonorità. Poi è arrivato il soul, il rhythm blues con Aretha Franklin, Otis Redding, Ray Charles, che ancora oggi sono grandissima fonte di ispirazione, insieme al west coast e a quel mondo fatto di armonie vocali e accordature aperte (Crosby, Still, Nash). Come vedi sono stata e sono tutt'oggi piuttosto esterofila, ma questo non mi impedisce di riconoscere come imprescindibile per il mio percorso un autore come Ivano Fossati e con lui una insuperata interprete quale Mia Martini. Anche se per me la vera poesia in Italia sta nelle canzoni di primo novecento, partendo dalla canzone classica napoletana arrivando allo swing con la canzone jazzata e il sound tipico degli anni trenta. La sfida più grande ogni giorno è quella di cercare un linguaggio che possa racchiudere molte delle cose che amo, coniugare l'amore per un'Italia ormai quasi inesistente con sonorità invece a volte molto distanti dall'Italia.
In cosa questi autori ti hanno influenzato?
Cerco di prendere dall'Italia la poesia delle parole e il potere descrittivo che solo la tua lingua può darti. L'eleganza con cui le parole erano scelte con cura all'inizio del novecento. Per il resto la musica è bella e, fortunatamente, tanta. Non pongo limiti all'ispirazione che qualsiasi genere può darti.
Venendo al mondo della musica prettamente legato al mero guadagno, quanto oggi chi come te si autoproduce e lo fa per estrema passione può campare di musica?
Chi si auto produce lo fa per passione ma lo fa anche per identificarsi in qualcosa. Per me è stato così. Personalmente campo di musica da sempre perché da sempre è stato il mio lavoro, non c'è stato bisogno neanche di dirlo ad alta voce. Campare di musica vuol dire banalmente pagarsi le bollette con essa è per fortuna sono dell'idea che la musica ti dia sempre nuovo slancio per trovare il tuo posto nel mondo. Per me la cosa importante è cantare, suonare, stare su un palco. Se poi mi chiedi come si faccia a campare di canzoni (proprie) è tutta un'altra cosa. È difficile, ma non bisogna buttarsi giù, bisogna continuare a fare cose, possibilmente belle, per alimentare la cultura e dare una sferzata a questa epoca che stiamo vivendo, talvolta un po' troppo superficiale. Sono infatti dell'idea che solo la cultura, e con essa la bellezza, può salvarci da alcune brutture di oggi.
E' vero che il web è il male assoluto della musica, oppure come credo è un mezzo rivoluzionario che sfruttato a dovere può veicolare questo straordinario linguaggio universale ancora di più rispetto a prima?
Sicuramente è un mezzo rivoluzionario. Bisogna partire dal fatto che tutto può diventare il male assoluto se usato con poca cautela. Il web sa essere una grande trappola, ma allo stesso tempo per la nostra generazione sarebbe stupido non sfruttarne i lati positivi, come la condivisione e la semplice diffusione della propria musica. È bene non abusarne e cercare comunque di lavorare sodo alla vecchia maniera: facendo le prove, componendo, suonando. Non perdere mai di vista il proprio obiettivo insomma, fare musica e non nascondersi dietro apparenze più vicine al "sembrare" un musicista piuttosto che esserlo.
Sappiamo dal tuo sito che è in lavorazione un nuovo album, potresti anticiparci qualcosa, contenuti, ritmi?
Purtroppo per problemi personali ho dovuto frenare la mia attività live, cosa che mi fa soffrire non poco. Così dopo l'uscita di "Per quello che sono" ho dovuto far slittare anche l'uscita del secondo album. Adesso ho deciso che è arrivato il momento di dare voce a tutte queste belle canzoni che scalpitano da un paio d'anni, così sto lavorando a un nuovo disco con sonorità acustiche. Sono tornata un po' alla mia vecchia maniera: voci, chitarre acustiche, per lo più aperte, e tanti suoni evocativi. Una scelta di brani ben precisi e tanti amici da me stimati convogliati per questo mio grande gioco. Spero in autunno di finire le registrazioni e chiudere tutto con l'anno nuovo.
A 32 anni compiuti come si sente Ghita rispetto al primo album?
I 32 anni li compirò in dicembre, ma credo di poter affermare con serenità di ritenermi soddisfatta in ogni caso! Ironia a parte, sento di avere tante cose nuove da dire, ma il primo disco, seppure con tutti i difetti delle prime avventure, è sincero e per questo posso ritenermi soddisfatta anche a distanza di anni. C'era una grande esigenza di ordinare il lavoro fatto attraverso i tantissimi live degli anni precedenti, per questo è stato suonato e registrato in maniera più "moderna" (per quanto moderna io possa risultare!). Come dicevo adesso ho voglia di tornare a fare quello che ho sempre fatto e giocare con le canzoni attraverso voci, chitarre e strumenti di ogni sorta. Il prossimo lavoro sarà dunque più vicino a quello che faccio da sola in fase di composizione, più intimo e registrato molto più dal vivo.
C'è una canzone che vorresti aver scritto?
Per fortuna le canzoni sono di chiunque le voglia interpretare, questa è una grande forza della musica. Per cui senz'altro vorrei aver scritto diversi brani, certamente. Ma quando lo penso vuol dire che è arrivato il momento di farne una interpretazione di cuore e farle mie, come è successo per "Come pioveva", unica cover in "Per quello che sono". È un brano del 1918 che ha subito una grossa trasformazione tra le mie mani, e ora è parte di me.
C'è una canzone che vorresti aver interpretato e non hai ancora fatto?
Certamente, non solo una! La musica è tanta e per me è solo uno stimolo in più sapere che ci sono così tante belle canzoni da cantare! Proprio l'estate scorsa feci un concerto con quasi solo canzoni che non avevo mai cantato e che avevo voglia di affrontare.
Impegni e sogni per la prossima metà dell'anno?
Abbiamo già largamente parlato del disco che credo mi occuperà per tutto l'autunno. Per il resto sto ricominciando lentamente con i live che sono sempre stati fondamentali per me. Il 4/8 suonerò all'interno di un festival che si chiama Corricella in jazz, un festival indipendente svolto a Procida, la piccola isola del mio cuore. Nel frattempo è in lavorazione un videoclip/cortometraggio su una canzone di "per quello che sono" che si chiama "nascondersi", un brano che amo e che prenderà vita grazie alla matita di Paco Desiato, grande fumettista napoletano. La lavorazione iniziò quasi 2 anni fa, ma per mancanza di fondi fummo costretti a fermarci. Così quest'anno ci siamo decisi ad aprire una campagna di raccolta fondi per settembre. Inizieremo a promuovere il videoclip proprio a Corricella in jazz dove proietteremo il trailer. Paco presenterà un suo libro contestualmente al mio concerto e l'occasione è perfetta visto che la storia animata è ambientata a Procida. Sarà dunque ben accetto chiunque vorrà contribuire anche con un piccolo gesto a questa piccola grande fatica. Una volta finito il videoclip vorremmo iniziare una serie di concerti che vedranno Paco disegnare durante il mio set. Una grande emozione per me!
Nelle tue canzoni si sente molto un'impronta personale, una vena cantautoriale che spazia dalla nostra scuola italiana a ritmi molto più internazionali. Se dovessi fare due nomi che ti hanno influenzato quali faresti?
Difficile fare solo due nomi, non credo di riuscirci: la musica è nella mia vita da sempre è da sempre ascolto generi anche molto distanti tra loro. Da più piccina ho ceduto subito al fascino del rock blues, reduce da una formazione più classica mi innamorai di quelle che per me erano nuove sonorità. Poi è arrivato il soul, il rhythm blues con Aretha Franklin, Otis Redding, Ray Charles, che ancora oggi sono grandissima fonte di ispirazione, insieme al west coast e a quel mondo fatto di armonie vocali e accordature aperte (Crosby, Still, Nash). Come vedi sono stata e sono tutt'oggi piuttosto esterofila, ma questo non mi impedisce di riconoscere come imprescindibile per il mio percorso un autore come Ivano Fossati e con lui una insuperata interprete quale Mia Martini. Anche se per me la vera poesia in Italia sta nelle canzoni di primo novecento, partendo dalla canzone classica napoletana arrivando allo swing con la canzone jazzata e il sound tipico degli anni trenta. La sfida più grande ogni giorno è quella di cercare un linguaggio che possa racchiudere molte delle cose che amo, coniugare l'amore per un'Italia ormai quasi inesistente con sonorità invece a volte molto distanti dall'Italia.
In cosa questi autori ti hanno influenzato?
Cerco di prendere dall'Italia la poesia delle parole e il potere descrittivo che solo la tua lingua può darti. L'eleganza con cui le parole erano scelte con cura all'inizio del novecento. Per il resto la musica è bella e, fortunatamente, tanta. Non pongo limiti all'ispirazione che qualsiasi genere può darti.
Venendo al mondo della musica prettamente legato al mero guadagno, quanto oggi chi come te si autoproduce e lo fa per estrema passione può campare di musica?
Chi si auto produce lo fa per passione ma lo fa anche per identificarsi in qualcosa. Per me è stato così. Personalmente campo di musica da sempre perché da sempre è stato il mio lavoro, non c'è stato bisogno neanche di dirlo ad alta voce. Campare di musica vuol dire banalmente pagarsi le bollette con essa è per fortuna sono dell'idea che la musica ti dia sempre nuovo slancio per trovare il tuo posto nel mondo. Per me la cosa importante è cantare, suonare, stare su un palco. Se poi mi chiedi come si faccia a campare di canzoni (proprie) è tutta un'altra cosa. È difficile, ma non bisogna buttarsi giù, bisogna continuare a fare cose, possibilmente belle, per alimentare la cultura e dare una sferzata a questa epoca che stiamo vivendo, talvolta un po' troppo superficiale. Sono infatti dell'idea che solo la cultura, e con essa la bellezza, può salvarci da alcune brutture di oggi.
E' vero che il web è il male assoluto della musica, oppure come credo è un mezzo rivoluzionario che sfruttato a dovere può veicolare questo straordinario linguaggio universale ancora di più rispetto a prima?
Sicuramente è un mezzo rivoluzionario. Bisogna partire dal fatto che tutto può diventare il male assoluto se usato con poca cautela. Il web sa essere una grande trappola, ma allo stesso tempo per la nostra generazione sarebbe stupido non sfruttarne i lati positivi, come la condivisione e la semplice diffusione della propria musica. È bene non abusarne e cercare comunque di lavorare sodo alla vecchia maniera: facendo le prove, componendo, suonando. Non perdere mai di vista il proprio obiettivo insomma, fare musica e non nascondersi dietro apparenze più vicine al "sembrare" un musicista piuttosto che esserlo.
Sappiamo dal tuo sito che è in lavorazione un nuovo album, potresti anticiparci qualcosa, contenuti, ritmi?
Purtroppo per problemi personali ho dovuto frenare la mia attività live, cosa che mi fa soffrire non poco. Così dopo l'uscita di "Per quello che sono" ho dovuto far slittare anche l'uscita del secondo album. Adesso ho deciso che è arrivato il momento di dare voce a tutte queste belle canzoni che scalpitano da un paio d'anni, così sto lavorando a un nuovo disco con sonorità acustiche. Sono tornata un po' alla mia vecchia maniera: voci, chitarre acustiche, per lo più aperte, e tanti suoni evocativi. Una scelta di brani ben precisi e tanti amici da me stimati convogliati per questo mio grande gioco. Spero in autunno di finire le registrazioni e chiudere tutto con l'anno nuovo.
A 32 anni compiuti come si sente Ghita rispetto al primo album?
I 32 anni li compirò in dicembre, ma credo di poter affermare con serenità di ritenermi soddisfatta in ogni caso! Ironia a parte, sento di avere tante cose nuove da dire, ma il primo disco, seppure con tutti i difetti delle prime avventure, è sincero e per questo posso ritenermi soddisfatta anche a distanza di anni. C'era una grande esigenza di ordinare il lavoro fatto attraverso i tantissimi live degli anni precedenti, per questo è stato suonato e registrato in maniera più "moderna" (per quanto moderna io possa risultare!). Come dicevo adesso ho voglia di tornare a fare quello che ho sempre fatto e giocare con le canzoni attraverso voci, chitarre e strumenti di ogni sorta. Il prossimo lavoro sarà dunque più vicino a quello che faccio da sola in fase di composizione, più intimo e registrato molto più dal vivo.
C'è una canzone che vorresti aver scritto?
Per fortuna le canzoni sono di chiunque le voglia interpretare, questa è una grande forza della musica. Per cui senz'altro vorrei aver scritto diversi brani, certamente. Ma quando lo penso vuol dire che è arrivato il momento di farne una interpretazione di cuore e farle mie, come è successo per "Come pioveva", unica cover in "Per quello che sono". È un brano del 1918 che ha subito una grossa trasformazione tra le mie mani, e ora è parte di me.
C'è una canzone che vorresti aver interpretato e non hai ancora fatto?
Certamente, non solo una! La musica è tanta e per me è solo uno stimolo in più sapere che ci sono così tante belle canzoni da cantare! Proprio l'estate scorsa feci un concerto con quasi solo canzoni che non avevo mai cantato e che avevo voglia di affrontare.
Impegni e sogni per la prossima metà dell'anno?
Abbiamo già largamente parlato del disco che credo mi occuperà per tutto l'autunno. Per il resto sto ricominciando lentamente con i live che sono sempre stati fondamentali per me. Il 4/8 suonerò all'interno di un festival che si chiama Corricella in jazz, un festival indipendente svolto a Procida, la piccola isola del mio cuore. Nel frattempo è in lavorazione un videoclip/cortometraggio su una canzone di "per quello che sono" che si chiama "nascondersi", un brano che amo e che prenderà vita grazie alla matita di Paco Desiato, grande fumettista napoletano. La lavorazione iniziò quasi 2 anni fa, ma per mancanza di fondi fummo costretti a fermarci. Così quest'anno ci siamo decisi ad aprire una campagna di raccolta fondi per settembre. Inizieremo a promuovere il videoclip proprio a Corricella in jazz dove proietteremo il trailer. Paco presenterà un suo libro contestualmente al mio concerto e l'occasione è perfetta visto che la storia animata è ambientata a Procida. Sarà dunque ben accetto chiunque vorrà contribuire anche con un piccolo gesto a questa piccola grande fatica. Una volta finito il videoclip vorremmo iniziare una serie di concerti che vedranno Paco disegnare durante il mio set. Una grande emozione per me!