Si è conclusa da
meno di 24 h l’edizione n.69 del Festival di Sanremo.
Forse delle
ultime, l’edizione più discussa. E’ stata infatti l’edizione che sin dai giorni
che precedevano la kermesse ha attratto polemiche politiche che a mio modesto
parere hanno indebolito una manifestazione nazionalpopolare.
Proprio per non
addentrarmi in inutili analisi sociopolitiche, che ribadisco nulla hanno a che
vedere con Sanremo, mi soffermerò sulla manifestazione in sé, le polemiche
strumentali e politiche le lasciamo agli altri.
Ha vinto forse
una delle canzoni meno belle, però ciò non vuol dire che la vittoria sia tra le
più brutte di sempre, ricordo solo per citare alcune “La forza mia” di Marco
Carta, “Per tutte le volte” di Scanu, questo per dire che la vittoria è un
giudizio soggettivo, la giuria non era di qualità al 100%?vero, può essere, ma
negli anni non è che abbiano spiccato di maestri di musica.
E’ stato a mio
modesto parere il Festival più pop degli ultimi anni, il Festival che ha
tagliato molto i ponti con il passato, ha percorso i tempi, forse troppo
velocemente rispetto ad un pubblico abituato allo standard tradizionale
sanremese, si pensi che duetti “sole cuore e amore” se si eccettua Federica
Carta e Shade.
E’ stato un
Festival con leadership maschile, dopo tanti anni di gorgheggi femminili da talent.
Tra le note
dolenti il numero dei partecipanti, troppi! Considerando la qualità di alcuni
pezzi, avrei chiuso la lista a 15/16 artisti.
Da rivedere la
conduzione a tre, specie per il ruolo di Baglioni, quest’anno apparso molto più
in ombra rispetto all’anno precedente.
Sono contento del
podio assegnato al Volo, meritano sempre una medaglia, perché nonostante siano
scontati, siano da considerarsi degli ottimi impiegati della musica, portano
nel mondo la tradizione del bel canto, lo fanno con qualità e con grande spazio
all’armonia.
Bene Ultimo, una
conferma rispetto al successo dello scorso anno, una speranza per il nostro
futuro, abbandoni la rabbia della delusione e si “consoli” con un meraviglioso
secondo posto e c’è da scommettere successo radiofonico.
Buona prestazione
dei Boomdabash esordienti, ma di sicuro successo tra le
fasce più giovani, pezzo dal sound estivo, molto orecchiabile e ben costruito.
Signorile l’esibizione
della Turci, che insieme alla Berté avrebbe meritato qualcosa di più, ma,
specie per la seconda fa piacere rivederla cantare bene, rilassata e serena.
Male, se non
malissimo Arisa, influenza a parte, il pezzo sembrava una sigla televisiva,
sembrano a dire il vero, due pezzi in uno, un’occasione sprecata per una
meravigliosa interpreta con voce da usignolo.
Nek altro
personaggio radiofonico, ha dimostrato ancora una volta di essere un bravo
cantante, impressionante il processo di conservazione del suo fisico, vive in criogenesi?
Gran bel pezzo,
giustamente premio quello di Cristicchi, ha scontato forse il fatto di
somigliare troppo a “Ti regalerò una rosa”, però è il cantautore che manca alla
nostra musica tutta rime scontate.
Sono dispiaciuto
per il piazzamento in secondo piano di Nigiotti, questo rocker toscano è
originale, testo forse un po’ troppo banalotto, ma sa scrivere e interpretare
molto bene, speriamo non si perda per strada.
Tatangelo poco da
aggiungere, un classico come al bar, Patty Pravo e Briga loro sì un duetto, ma
molto meno sanremese, la canzone merita qualche ascolto in più, come il bel
testo di Daniele Silvestri, una garanzia quando si presenta in riviera.
Renga, leggasi
Cristicchi, stavolta con “Angelo” e altri suoi brani sanremesi.
Non mi soffermo
volutamente su Achille Lauro, stessa cosa per l’indie rock Motta, sono generi
che non conosco, ma a dire il vero non mi hanno neanche incuriosito nell’approfondirli.
Mahmood, il
vincitore discusso, l’ho ditto sopra, forse non è la canzone più bella, anzi
sono convinto ce ne fossero almeno dieci meglio della sua, però percorre la
musica attuale, è un genere rap, con venature soul, va approfondito, spero che
all’Eurovision possa portare in alto i nostril colori.
Giù il sipario su
un Festival discutibile, da riascoltare e da capire, rimarrà qualcosa?poco, un
po’ come tanti altri, purtroppo.