giovedì 26 maggio 2016

Un po' di promozione agli amici non guasta mai
Bon Cure, questo è il nome di un progetto musicale interessante che oggi voglio raccontarvi.
Bon Cure è l'album solista di Giorgio Marri, un ragazzo di 32 anni di Orbetello che per la zona, specie per la bassa Maremma non è certo uno sconosciuto. Giorgio ha spaziato negli anni nel mondo del punk, rock e raramente in melodie più dolci che strizzano l'occhio al pop.
E' però anche vero che la sua voce non è certo graffiante da interpretare canzoni strettamente "hard" è vero il contrario, Giorgio è dotato di una voce molto bella dal punto di vista melodico, pulita, composta da note alte e caratteristiche vere e proprie da interprete. Sarà stata forse questa la ragione per cui l'artista orbetellano ha deciso di cimentarsi in un progetto così intimista.
Lo ha fatto accompagnandosi dall'amico Matteo Benedetti al basso e da altri turnisti che hanno prestato volentieri le loro preziose conoscenze per questo album.
A dire il vero più che un album questo lavoro somiglia ad un libro, con un unico comune denominatore: il racconto.Giorgio Marri lo fa con il prezioso uso delle parole e con una voce mai fuori dalle righe come del resto lo stile cantautorale richiede.
Spazia in questo LP da canzoni in italiano a pezzi in inglese, personalmente ho apprezzato due brani "Chiudi gli occhi" e "sospirerò", specie in questo ultimo brano si sente la forza delle parole e l'uso straordinario della voce.
Un plauso va a mio parere ai musicisti che hanno saputo toccare senza strafare una musica mai banale con tappeti musicali degni di nota.
E' uno di quei cd che verrebbe da descrivere come la nascita di un progetto "da cantina" come si faceva negli anni '70, si respira infatti l'aria di un progetto costruito con il cuore, come ho già ripetuto mai banale.
Probabilmente se dovessi trovare un difetto avrei osato di più sull'uso dei cori, a parte qualche controcanto, non è presente per esempio una voce femminile che a mio avviso avrebbe ancora di più impreziosito il progetto.
Bon Cure è possibile acquistarlo contattando il team attraverso Facebook o la pagina del sito internet http://www.boncure.com/

Per far sì che la musica cresca, che i progetti cosiddetti di nicchia prendano il volo c'è bisogno di apprezzare chi la musica la fa sognando, chi si rifiuta di appartenere ad un cliché scontato.

Come sempre buon ascolto




venerdì 6 maggio 2016

 Pensiero a voce alta sui talent



Salve a tutti e ben ritrovati sul mio blog.
Mi scuso per l'assenza di un periodo abbastanza lungo, ma ho avuto impegni personali decisamente impegnativi ed importanti (è nata mia figlia lo scorso 3 aprile) che non mi hanno permesso di seguire la pagina.
Sono voluto rientrare su questa pagina con una analisi relativa al fenomeno dei cosiddetti talent show.
Lo scopo di questi programmi è nobile, in quanto la loro creazione ha come obiettivo principale come dice del resto il nome è la scoperta di talenti. Il problema a mio modesto parere è l'abuso di questo modo di far televisione e la non ben specificata missione finale del presunto talento. Mi spiego meglio.
Spesso e volentieri questi contenitori televisivi, prendo ad esempio i talent dedicati alla musica, hanno di base grande potenzialità, personaggi forti dal punto di vista mediatico e quindi commerciale ed hanno qualità dal punto di vista vocale.
Il punto debole a mio avviso, risiede nell'origine di questo tipo di trasmissioni, penso a questo tipo di programmi nel nostro Paese, in particolare mi riferisco ad Amici, X Factor dove sono nate vere e proprie icone di questo modo di fare tv, penso ad Alessandra Amoroso, Noemi, Emma, Marco Mengoni. Giusy Ferreri, Annalisa, etc., talenti puri, che probabilmente sarebbero esplosi ugualmente, ma che hanno sortito un effetto devastante dal punto di vista della programmazione televisiva. Infatti questo tipo di trasmissioni grazie ai buoni ascolti, hanno monopolizzato i palinsesti delle tv generaliste, portando sullo schermo soggetti più o meno bravi, con il solo scopo di utilizzarli per quel determinato momento e poi come se fossero un albero di Natale riporli in soffitta per l'anno successivo o addirittura farli finire nella pattumiera.
Quindi in questa epoca in cui la televisione è diventata social, tutto è diventato "liquido" senza troppi filtri, occorre fare attenzione a non sprecare e bruciare talenti, bisogna tornare alla televisione che fa programmazione, che fa formazione canora e laddove si intravedono talenti si tutelino, altrimenti il rischio sarà quello di creare lo stesso effetto del tormentone estivo, ovvero una meteora senza una trama finale.
Credo che grazie ai talent la musica italiana stia vivendo una seconda giovinezza, serve quindi concrentrarsi su come sfruttare al meglio questo prodotto, magari snellendo di più le formule, credo che la durata estenuante del televoto, la durata eccessiva del programma non giovi a nessuno, se non a qualche personaggio in cerca di un rilancio televisivo con l'unica arma a disposizione la polemica.
Dunque è bene che questi programmi non vengano demonizzati, che questa tv venga alzata qualitativamente, perché permettetemi una nota storica in fondo queste trasmissioni le abbiamo inventate noi basti pensare a Settevoci negli anni '60...dunque rinnovamento nella tradizione, con enormi potenzialità di miglioramento. Non dimentichiamoci però che questi sono spesso cantanti giovani, alla loro prima esperienza, quindi anche dal punto di vista dell'esibizione dei pezzi la scelta dovrebbe essere accurata e cucita addosso al cantante che andrà ad eseguirla.